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“100 giorni all’alba” promosso da MSD Italia con la supervisione scientifica di GITMO, che nasce per informare, sostenere ed accompagnare i pazienti che si sottopongono al trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche dalle fasi preparatorie pre-trapianto fino ai 100 giorni successivi, e oltre. Un progetto che nei prossimi mesi si arricchirà di approfondimenti
https://www.100giorniallalba.it/Forniamo di seguito alcune informazioni a chi attualmente è in cura per superare gravi malattie che, fortunatamente, la medicina sta rendendo sempre più curabili.
Fino a pochi anni fa, infatti, patologie del sistema emopoietico (il tessuto deputato alla produzione del sangue) come leucemie, linfomi, mielomi, emoglobinopatie aplasia midollare e altre malattie neoplastiche erano difficili da trattare, ma il progresso scientifico in questo settore ha fatto passi da gigante. Nonostante per alcuni pazienti le normali terapie possano essere efficaci, per altri si rende necessario il trapianto di cellule staminali emopoietiche, procedura che prevede la sostituzione delle cellule staminali malate o mal funzionanti con staminali da donatore sano, col conseguente e successivo ripristino delle normali funzioni di produzione delle cellule del sangue e guarigione dalla malattia.
Il trapianto: come e dove avviene
Quando viene diagnosticata una malattia che ha come indicazione il trapianto di cellule staminali emopoietiche da donatore, il paziente viene indirizzato ad uno dei Centri Trapianto (CT) accreditati dal Gruppo Italiano Trapianto di Midollo Osseo (GITMO) e dall’European Group for Blood and Marrow Transplantation (EBMT). Presso questi Centri il paziente e i suoi familiari vengono sottoposti al test di compatibilità (tipizzazione HLA) per valutare se all’interno della famiglia sia presente un possibile donatore, di solito un fratello o una sorella identici per il sistema HLA. Anche in presenza di differenze nel sistema HLA è possibile ugualmente eseguire il trapianto, e talvolta anche i genitori o i figli hanno la possibilità di donare per il loro congiunto.
La tipizzazione è gratuita e i familiari tipizzati che non risultano compatibili con il loro congiunto, possono chiedere l’iscrizione al Registro dei Donatori per poter aiutare altri pazienti in attesa di trapianto.
Per i pazienti che non trovano in famiglia donatori idonei, l’ematologo del Centro Trapianti che ha in cura il paziente valuta quindi la possibilità di eseguire un trapianto da non familiare (donatore volontario oppure unità di SCO) ed attiva presso il Registro nazionale IBMDR (Registro Italiano Donatori Midollo Osseo presso l’Ospedale Galliera di Genova) ed il registro mondiale BMDW (Bone Marrow Donors Worldwide) la ricerca di una donazione compatibile. Il Registro Italiano IBMDR invia l’informativa al paziente dell’avvio della ricerca, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.
Quando viene identificato un donatore adulto o una unità di SCO compatibili, il Centro Trapianti richiede un campione di sangue per eseguire il test di compatibilità. In caso di riscontro favorevole, il CT comunica l’intenzione di eseguire il trapianto al Centro Donatori o alla Banca Cordonale che provvedono ad organizzare la donazione o ad inviare l’unità di SCO. I tempi per la ricerca possono variare a seconda della malattia del paziente, delle sue caratteristiche di compatibilità e del tipo di donatore ricercato (per l’unità di SCO i tempi sono più rapidi).
Attualmente, quindi, le fonti di cellule staminali ematopoietiche utilizzate nei trapianti sia da donatore familiare che volontario possono essere:
– il midollo osseo (sangue midollare): viene prelevato dalle ossa del bacino (creste iliache) in anestesia generale, con un intervento della durata media di 45 minuti. La quantità necessaria di sangue midollare è variabile in funzione dell’età e del peso del ricevente. Normalmente, la donazione comporta solo un lieve dolore nella zona del prelievo, destinato a sparire in pochi giorni. Il midollo prelevato si ricostituisce rapidamente, senza lasciare alcuna menomazione o deficit.
– le cellule staminali da sangue periferico: la modalità di donazione introdotta negli ultimi anni è quella delle cellule staminali da sangue periferico, procedura molto simile ad una donazione di piastrine o plasma normalmente effettuata dai donatori di sangue, ed è così semplice che viene eseguita in regime ambulatoriale. Prevede la somministrazione al donatore, nei 5 giorni antecedenti, di un farmaco che promuove la crescita di cellule staminali e il loro passaggio dal midollo osseo al sangue circolante. Il sangue, prelevato da una vena del braccio, passa all’interno di un separatore cellulare che separa le cellule staminali e reinfonde il resto al donatore. La procedura dura circa tre – quattro ore. I disturbi che si possono avvertire, molto lievi, sono legati principalmente alla somministrazione del fattore di crescita – dolenzia ossea e facile affaticabilità – e terminano, se presenti, immediatamente dopo la raccolta.
– le cellule staminali contenute nel sangue del cordone ombelicale. Queste cellule, raccolte al momento del parto da madri che hanno dato il loro consenso alla donazione solidaristica, sono conservate nelle Banche del Sangue Cordonale.
Ogni anno in Italia si effettuano circa 1000 trapianti in pazienti che non hanno in famiglia un donatore compatibile e quindi da donazione volontaria.
ALCUNI DATI – aggiornati a settembre 2024
A settembre 2024 il Registro Italiano Donatori IBMDR ha superato i 500.000 potenziali donatori iscritti
I donatori iscritti al Registro Italiano IBMDR sono più di 350.000, nel mondo sono oltre 25 milioni.
Le unità di sangue cordonale conservate nelle banche italiane sono 34.500, nel mondo sono 635.000